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UN ANNO FA

 

Cimitero di Arlington, Virginia.

Se c’è una cosa di cui Clint Barton è un esperto conoscitore (oltre al tiro con l’arco, ovviamente) sono i funerali; ha assistito a tante, troppe, cerimonie funebri, fin dalla più tenera età. I primi sono stati i suoi genitori, morti in un incidente stradale, lasciandolo orfano. Poi fu la volta di suo fratello Barney, che morì per mano del criminale che rispondeva al ridicolo nome di Testa d’Uovo.  E sua moglie Bobbi, alias la supereroina Mimo, che morì salvandogli la vita durante una missione coi Vendicatori. Ha seppellito tutte le persone amate, sopravvivendo a loro. Ma per quanti può averne visti, non si abitua mai al dolore della perdita di qualcuno che si ama.

E quest’oggi, assieme a tutta la Nazione, piange per la scomparsa di uno dei più grandi uomini d’ America, un uomo che ha significato molto per intere generazioni: oggi si celebra il funerale di Capitan America, deceduto durante un ultima missione per conto dello S.H.I.E.L.D.. Clint è tra coloro che portano la bara, assieme ad altri uomini la cui vita è stata segnata dall’eroe a stelle e strisce: Nick Fury, il suo più vecchio amico dai tempi della guerra, Tony Stark, finanziatore e sostenitore dei Vendicatori, Falcon e Rick Jones, che hanno avuto entrambi il grande onore di essere suoi partners, Edwin Jarvis, maggiordomo dei Vendicatori e grande confidente del Capitano, e appunto Occhio di Falco, forse il Vendicatore che è stato maggiormente influenzato dall’eroe. In prima fila c’erano tanti altri amici e sostenitori di Cap: c’era  Sharon Carter, che nascondeva gli occhi rossi e gonfi dietro degli occhiali da sole, c’era Dum Dum Dugan, che s’asciugava la lacrime con un fazzoletto, c’era Jack Monroe, a cui Cap aveva salvato la vita al costo della sua, c’era U.S.Agent, che era stato l’ultimo uomo a parlargli, c’erano tutti i Vendicatori al completo, i Fantastici Quattro e tanti altri ancora, giunti da tutto il mondo per dare l’estremo saluto al grande eroe.

Sebbene non avessero legami di sangue, per Clint quella morte equivaleva alla perdita di un fratello: i due nel corso degli anni avevano stabilito uno splendido rapporto, fatto di stima e affetto reciproco, sebbene le cose non era cominciate al meglio, tra di loro:

<Durante i primi anni di permanenza tra i Vendicatori> disse quando venne il suo momento di parlare < io e Capitan America non facevano altro che litigare: la mia condotta antiautoritaria strideva con la ferrea disciplina che Cap intendeva imporre alla squadra. Ma col tempo ho capito che il metodo di Cap era quello giusto, tanto che cominciare ad ammirarlo fu inevitabile per me.  Io più di chiunque altro ho imparato moltissimo da lui... come guidare un team, per esempio: sia come capo dei Vendicatori della Costa Ovest che dei Thunderbolts la sua leadeship fu d’ispirazione per me. Come molti di voi sanno, avevo affrontato Iron Man all’inizio della mia carriera, e molti sui giornali mi descrivevano come un criminale... ma al fianco di Capitan America, con i suoi insegnamenti e il suo esempio,  un ex criminale è riuscito a ritagliarsi un posto rilevante tra “i più potenti eroi della terra”. Non trovo altre parole per esprimere l’enorme gratitudine che provo verso quest’uomo, ma credetemi quando vi dico che ogni mio gesto, ogni mia azione sarà volta ad onorare la sua memoria.> concluse con la voce rotta dall’emozione e gli occhi lucidi.

 

Base dei Vendicatori, alcune ore più tardi.

 

 Occhio di Falco, senza faretra e con la maschera tirata indietro sul collo, stava fissando il muro delle foto, ricco di immagini della storia del gruppo e  tantissime di queste ritraevano lui e il Capitano; in particolare si concentrò su una risalente al periodo in cui entrò a far parte della squadra, quando la formazione era composta da lui, Cap e i gemelli mutanti Quickslver e Scarlet; la stampa li ribattezzò “lo strano quartetto di Cap” ed erano molti a dubitare di loro, essendo sulla carta una formazione molto più debole di quella originale, che poteva contare sulla potenza di Iron Man, Thor e Giant Man.  Mentre era perso nei suoi ricordi, una mano gentile gli accarezzò la spalla:

< Sapevo di trovarti qui. > gli disse Scarlet, stringendosi a lui. < Sai che i primi tempi avevo una cotta segreta per lui? >

<E io per te. >  le confessò lui, sorridendole

< Tutti siamo a pezzi per la sua morte. Tutti lo amavamo. Ma tu più di tutti avevi stretto un forte legame con Steve. So cosa provavi per lui e capisco come ti senti. Se per caso hai voglia di parlare e di sfogarti, sai bene di poter contare su di me.>

 < Lo so. Grazie Wanda.> rispose.

I giorni successivi furono quelli della depressione, per Clint. Sebbene non lo avesse mai detto ad alta voce, era convinto che tra lui e Cap il primo ad andare all’altro mondo non sarebbe stato Steve Rogers, e che mai avrebbe assistito al suo funerale. E il constatare di essersi sbagliato aveva cominciato a farlo sentire fragile. Per superare un momento del genere necessitava di una distrazione, di buttarsi a capofitto nel lavoro. Una giusta dose di adrenalina dovuta all’azione era quel che ci voleva. Si piazzò per giorni al monitor aspettando nervosamente che un idiota come Turbine o Shocker attaccasse qualche banca, così da poter sfogare tutta la sua rabbia e la sua amarezza.  L’occasione gli si presentò qualche giorno dopo quando, assieme agli altri Vendicatori, assistette ad un edizione straordinaria del TG:  un uomo col costume di Capitan America aveva appena sventato un attacco dei Figli del Serpente ad una moschea.  La cosa, inutile dirlo, lo fece infuriare:

 <Che faccia tosta!> sbottò Occhio di Falco  <“ Sono Capitan America, dovrete accontentarvi di questo!” Ma chi si crede d’essere? è solo un impostore!>

<Un impostore in gamba, però.>  commentò Iron Man  <Le sue tecniche sono le stesse del vero Cap.>

<Ma non è lui! Lui è morto stavolta! abbiamo il cadavere, le analisi del D.N.A., io stesso ho aiutato a portare la cassa, non ci può essere dubbio su questo!>

 <Scusate.> intervenne Songbird <Ma è così grave? Forse l’esistenza di un nuovo Capitan America è una cosa buona, dopotutto. Dovremmo concedergli il beneficio del dubbio.>

 <Non ha torto.> disse Wonder Man  <Aspettiamo e vediamo quel che combina.>  (1)

<Aspettiamo un cavolo! Chi gli dà il diritto di usare quel nome e quel costume? Chi? E quello scudo? È quello vero? Come se l’è procurato? No, quel tizio deve darci tante spiegazioni, e ne risponderà a me! >

< Non fare fesserie, Clint. Quel ragazzo non ha commesso nessun reato.> gli disse Iron Man, ma Occhio di Falco non lo sentì nemmeno, mentre usciva dalla stanza.

Ma da dove cominciare le ricerche? Pensò di chiedere a Fury, ma il direttore dello S.H.I.E.L.D. si negò tutte le volte, specie considerato che non si trattava di una missione per la salvezza del mondo ma di un indagine personale di un arciere troppo cocciuto per accettare che qualcuno possa aver preso il posto che fu del proprio mentore. I Vendicatori, poi, non si sognavano nemmeno di aiutarlo, volendo dare al sostituto il beneficio del dubbio. Così, riposto nell’armadio arco, frecce e costume, decise di rivolgersi al solo uomo che poteva capirlo, l’unico uomo che poteva vantare un legame più forte col defunto Steve Rogers. Si recò dunque ad Harlem, nell’ufficio dell’Assistente Sociale Sam Wilson, alias il supereroe alato Falcon. Sam lo accolse nel suo ufficio:

< Clint. Non abbiamo avuto occasione di parlare al funerale. Cosa ti porta qui? >

<Lo sai cosa. Avrai guardato la tv nei giorni scorsi?>

<Certamente.>

  <Tu....lo hai visto, vero?>

< Si. E non solo: ho combattuto al suo fianco. Al centro Jimmy Betha abbiamo avuto uno scontro coi Figli del Serpente... è maledettamente in gamba, Clint. Non so chi si cela sotto la maschera e non so quale legame abbia con Steve ma credimi, quel ragazzo ne conosce tutte le mosse, tutte le tecniche. > (2)

 <Anche tu dalla sua... com’è che nessuno ha voglia di togliergli quella maschera? Perchè nessuno ha la curiosità di sapere chi diavolo è e perchè ha preso quel nome?>  rispose Barton sbuffando.

 <Senti, posso organizzarti un incontro con lui se vuoi... parlaci faccia a faccia e ti convincerai della sua bontà. Lui crede davvero in quello che fa. >.

Uscì dal suo ufficio di cattivo umore, ma consapevole che Sam aveva avuto una buona idea. Un incontro con quel impostore era proprio quello che andava cercando, in fondo. L’appuntamento era per la sera dopo al centro Jimmy Betha, luogo della battaglia contro i Figli del Serpente. Il centro era stato chiuso dalla polizia e le macerie e i resti degli mandroidi distrutti nello scontro ancora riempivano il cortile. Occhio di Falco si presentò sul posto con più di mezz’ora d’anticipo. Passeggiava nervosamente, con le mani dietro la schiena, domandandosi cosa gli avrebbe detto una volta che lo avrebbe avuto davanti. Che approccio adottare? È vero che non s’era comportato male finora, anzi, ma perchè diavolo s’è imbandierato in quel modo? Con quale diritto? Chi è in realtà?  I minuti trascorsero in fretta fino a quando l’oggetto dei suoi pensieri si materializzò alle sue spalle.

 <Volevi vedermi?> disse il nuovo Capitano <Cavolo! Non sapevo cos’altro dire... era inevitabile che i Vendicatori prima o poi sarebbero venuti da me a chiedere spiegazioni. Certo non immaginavo così in fretta> pensò Jeff Mace tra se e se  <E proprio con Occhio di Falco, personaggio che ho sempre stimato...> il neo supereroe era nervoso, teso, ma non lo dava a vedere.

 <Puoi scommetterci che volevo vederti...>  per statura e stazza, i due erano molto simili, tuttavia Clint appariva quasi imponente su di lui

 <E’ solo un ragazzo> pensò   <Avrà poco più di 20 anni...> poi gli disse, guardandolo negli occhi  <Dunque, chi saresti tu? Ah e fossi in te eviterei risposte balorde tipo “Sono Capitan America”... >

 <Ma è quello che sono, Occhio di Falco. Sono Capitan America. L’unico e solo, ora che Steve Rogers è morto>. 

Conosceva il vero nome di Cap. Questo era un punto a suo favore. Ma non bastava a calmare il burbero arciere.

<Perchè tu? Chi saresti, un parente segreto? Un nipote di cui non abbiamo mai saputo nulla e, puntualmente,  appena Steve crepa, si materializza per continuarne l’opera?>

 <Uh... non ci sei andato molto lontano...> la risposta lo irritò ulteriormente, ma non era questo l’intento di Jeffrey William Steven Mace: la sua storia non era molto diversa da quella descritta da Clint, solo che egli  non era un discendente di Steve Rogers, ma di Capitan America.

Confusi?  In realtà la storia è molto semplice: suo nonno, e suo zio prima di lui, furono i successori di Rogers nei panni dell’eroe a stelle e strisce dopo che quest’ultimo era stato dato per morto nel maggio del ’45. Usare il nome e il costume di Capitan America era quindi suo diritto per discendenza diretta.  Jeff si è allenato duramente dall’età di 10 anni per poter continuare, un giorno, la tradizione di famiglia. Quello che non poteva rivelare al Vendicatore con l’arco è che fu proprio Steve Rogers a cedergli volontariamente il manto, poco prima di simulare la propria morte per concedersi una meritata vita da civile. Era un segreto di cui  Jeff era complice e che aveva giurato a tutti i costi di difendere. 

<Non ti aspetterai che io mi beva questa storia? Mi hai preso per un idiota??> gli gridò in faccia  puntandogli un dito sul petto.

<E’ la pura verità, Occhio di Falco. Adesso sono io Capitan America, fattene una ragione.> gli rispose il ragazzo.

< Ma io ti....> non terminò la frase perchè improvvisamente si videro circondati da una squadra dei Figli del Serpente, che apparvero dal nulla.

< Ma che diavolo.....?>

<Sorpreso, Capitano?> disse ironicamente quello che pareva essere il loro leader. <Il tuo intervento l’altro giorno ha mandato a gambe all’aria la nostra operazione, ed è ci è costata parecchi uomini. E’ un debito che pagherai con la tua vita!> 

E così cominciò il secondo round tra il nuovo Capitan America e i Figli del Serpente, il secondo in pochi giorni; i membri della setta aprirono il fuoco verso i due supereroi, ma i loro colpi s’infransero sullo scudo del giovane eroe.  Occhio di Falco, protetto dall’improvvisato alleato, cominciò a scagliare le sue frecce che, una dopo l’altra, neutralizzavano i fucili degli aggressori, dopodichè i due passarono all’attacco.

 <Ti sei fatto pedinare come un principiante?> gli chiese mentre atterrava con un calcio un avversario

<Impossibile. Me ne sarei accorto.> disse l’altro mentre con un colpo del suo scudo faceva la stessa cosa

<E allora come ti spieghi la loro presenza qui, proprio dove vi siete incontrati l’ultima volta?>

 <E’ quello che scopriremo una volta che li avremo sconfitti!> gli rispose Cap.

 Tenendo fede la suo nome, Occhio di Falco mentre si batteva riusciva contemporaneamente ad osservare le mosse del giovane Capitano: le sue acrobazie, il modo in cui portava i colpi ma sopratutto la precisione in cui lanciava il suo scudo ricordavano indubbiamente quelle del suo celebre predecessore.

 < AVANTI! MASSACRATELI! SONO SOLO IN DUE! > gridò il leader Serpente indicandoli col suo bastone. Ma nessuno dei suoi adepti riusciva a tener testa ai due supereroi.

<Chiudi quel forno, tu!>  disse Occhio di Falco mentre lo colpiva con una freccia che lo immobilizzò inchiodandolo al muro alle sue spalle; poi s’avvitò su se stesso e col suo arco stese due di loro che cercavano di prenderlo alle spalle

< Hai bisogno d’aiuto, Junior? > domandò, ma voltandosi vide come Jeff si stava sbarazzando senza problemi degli avversari < No, a quanto pare...> 

Cap si occupava di quelli al centro, caricandoli col suo scudo, mentre Falco si occupava di quelli ai lati, abbattendoli con le sue frecce, che scagliava con incredibile rapidità. Nella sua mentre Barton non poteva fare a meno di rievocare le battaglie coi Vendicatori al fianco del vero Cap e, suo malgrado, dovette concordare con quanto dettogli in precedenza da Sam nel suo ufficio ad Harlem. La battaglia non creava grossi problemi ai due eroi; nonostante i loro avversari fossero più numerosi, Occhio di Falco affrontava battaglie di questo tipo da anni ormai, mentre Jeff era stato addestrato fin dall’infanzia per affrontare situazioni del genere. La situazione cominciò a degenerare quando a dare manforte alla squadra dei Figli dei Serpenti,  esattamente come la volta scorsa,  arrivò in volo un nuovo mandroide da guerra, ma con un armatura differente rispetto ai suoi predecessori.

<Sei arrivato finalmente! Finiscili!!> gridò il loro leader, impossibilitato a muoversi a causa della freccia di Occhio di Falco. L’armatura era alta più di due metri,  lenta nei movimenti ma disponeva di una notevole potenza di fuoco: dai cannoni posti sugli avambracci sparava delle letali scariche al plasma.

<Morte agli amici dei negri! Vendicheremo i nostri fratelli! La supremazia bianca trionferà!>  

<MUOVITI!> gridò a Cap, spingendolo nella direzione opposta del colpo emesso dal mandroide. <E’ uno solo stavolta, ma è diverso dagli altri... è più grosso, ed ha armi più potenti! Dev’essere  un nuovo prototipo>

<Già, e gli hanno aggiornato anche la corazza... le mie frecce non gli fanno nulla!> notò Clint. <Come avete fatto a batterli la volta scorsa?>

<Falcon lo ha mandato in corto con l’elettricità.>

<Elettricità eh? Beh ho quello che fa al caso nostro...lo scudo è quello vero?>  chiese Occhio di Falco

<Si.> rispose Jeff

<Allora tu distrailo che al resto ci penso io! >

 <Ok!> rispose il Capitano, mentre correva a sinistra, attirandone l’attenzione e usando il suo scudo per proteggersi dai colpi, mentre Falco da destra si piazzava in un punto cieco non raggiungibile dai colpi del nemico corazzato, dopodichè scagliò la sua freccia-elettroshock, che andò a colpirlo sotto l’ascella.

<AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

Un’intensa scarica elettrica attraversò l’armatura, stordendone l’uomo all’interno. Il mandroide rimase in piedi ma cominciò a barcollare, stordito.

 <Ok, tocca a me!>  e colpendolo con un montante dato col suo scudo, Capitan America atterrò l’enorme droide, mandatelo al tappeto. Occhio di Falco gli fu subito sopra, togliendogli l’elmetto. <Salve. Secondo giro?> chiese ironicamente, prima di colpirlo con un gancio destro che lo stese definitivamente.

La lotta era terminata a favore di Cap e Falco che, dopo aver rifiatato, andarono ad interrogare il capobanda, lo stesso immobilizzato da Clint. Gli tolsero l’elmo e cominciarono con le domande:

< Come avete fatto a trovarmi? > chiese il Capitano.

< Le armature dei mandrodi. Avevano delle telecamere incorporate. Tra i rottami ce ne sono un paio ancora funzionanti. Il nostro obiettivo era Occhio di Falco, dovevamo catturarlo per barattarlo con la scarcerazione dei nostri fratelli. Ma quando siamo arrivati e ti abbiamo visto, abbiamo cambiato i nostri piani, decisi di vendicarci per quello che tu e quello sporco negro avete fatto l’altro giorno. > <Ovvero salvare delle vite...> disse Occhio di Falco.

<Delle vite che non valgono nulla!> gridò <Negri, gialli, ispanici... le loro vite non valgono niente! Non sono veri americani! Infettano la nostra nazione, si scopano le nostre donne mischiando il loro sangue impuro creando schifosi ibridi! L’America è stata fondata dalla razza bianca per la razza bianca, e non per mescolarla con quegli animali! Ed è indegno che un coccolanegri come te e il tuo precedessore indossiate quella bandiera!>

<Questo è solo un ammasso di stronz...>

< Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. > lo interruppe Jeff citando a memoria Il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani. < Questo paese è divenuto grande grazie agli sforzi di intere generazione di uomini di ogni razza e religione. I razzisti e gli xenofobi come voi rinnegano il vero spirito dell’America. Voi...>

<Hai passato troppo tempo in mezzo agli hippie e ai comunisti per rappresentare il vero spirito di questo paese! Ma non credere che finisca qui...  torneremo. Tutto quel che fai è inutile, non fermerete mai la nostra missione! >

<Oh è qui che ti sbagli!> gli disse Cap a muso duro < Vi fermerò, vi fermerò ogni volta.  Quelli come me combatteranno sempre quelli come voi. Non smetteremo mai. Ogni uomo che solleverà questo scudo lotterà con tutte le proprie forze per impedire a voi seminatori d’odio di distruggere tutto ciò che di buono c’è in questo paese.>

< Allora alla prossima, Capitano... > disse sprezzante l’altro.

< Non mancherò...> gli rispose lui. Occhio di Falco osservò l’intero dialogo completamente allibito. La fermezza delle sue parole, il tono deciso con cui le pronunciò, erano degne di Steve Rogers. Quel ragazzo credeva ciecamente in quel discorso.

Lasciarono il centro non appena arrivò la polizia, per andare a cercare un posto più tranquillo dove continuare la loro discussione. Poi, su di un tetto di un palazzo, Clint prese a parlare:

< Dì un pò Junior... sei sicuro di non essere il figlio segreto di Steve?  Giuro, quel sermone che hai fatto prima era degno del vecchio ronzino!>

< Lo prendo come un complimento...> rispose Cap abbozzando un sorriso.

<Lo era. Senti, lo ammetto..... non mi andavi a genio. Per niente, guarda. Ma dopo averti visto in azione stasera... bhè mi sono ricreduto. Devo ammettere che ci sai fare. Ma è anche vero che non ti sei scelto un mestiere facile, ragazzo, e che quel costume può pesare come un macigno. Se mai avrai bisogno di un consiglio o semplicemente di dover parlare con qualcuno... vienimi a cercare. Steve ha fatto moltissimo per me e dunque mi sembra doveroso sdebitarmi verso il suo successore.>

 < Grazie Occhio di Falco. Significa molto per me. >

<Di Nulla. Senti, ora che ci siamo sciolti e abbiamo rotto il ghiaccio... prima di andare via, me lo dici chi sei veramente?>

< Sono CAPITAN AMERICA.> gli rispose Jeff, saltando giù dal tetto.

<Oh si che lo sei....> sorrise Clint Barton, sicuro che l’eredità di Steve Rogers era in ottime mani.

 

 

LE NOTE

 

Questo è il primo numero della nuova serie dedicata al celebre Vendicatore con l’arco. Mi pareva d’obbligo partire dalla “morte” di Cap, personaggio che ha significato molto nella vita di Clint Barton.

I primi numeri di questa nuova serie non sono in continuity con le altre serie Marvel IT, in quanto gli aventi narrati in questo e nei prossimi episodi sono ambientati “un anno fa” come dice il titolo di questo episodio. Successivamente, mi allinierò alla linea temporale delle altre serie.

 

1 = Le battute sono riportate pari pari dal numero 1 della serie di Capitan America scritta da Carlo Monni

2= La battaglia in questione si è svolta nei n. 2 e 3 sempre della serie di Cap.

 

                                                                                                                                                                             CARMELO MOBILIA